In questa città comincio a sentirmi a casa. Tuttavia ogni volta che ci torno ho bisogno di un periodo di acclimatazione. Non al luogo in sé, ma a ciò che vi accade. Stamattina ho preso la S-Bahn sul ring, alla stazione di Südkreuz, per andare al mercatino che si tiene tutti i martedì e venerdì in Maybachufer, sulla riva sinistra del Landwehrkanal. Direzione antioraria, quindi, per cambiare a Hermannstrasse e prendere la U8 fino a Schönleinstrasse, praticamente in riva al canale.
In treno c’erano tre ragazze che allestivano set fotografici al volo. Una di loro, magra e alta, indossava una maschera bianca, e assumeva pose a comando. La seconda le scattava fotografie. La terza riprendeva tutto con una videocamera professionale. Lavoravano a qualche progetto artistico o pubblicitario. Alle fermate, gli altri passeggeri entravano e uscivano dal treno, osservavano la scena, sorridevano e passavano oltre. Le tre ragazze continuavano a lavorare indisturbate.
(Mi viene in mente un articolo pubblicato proprio in questi giorni dall’American Civil Liberties Union, ACLU, sui diritti dei fotografi nei luoghi pubblici. Molto istruttivo).
Io, da buon italiano, mi sono messo a guardare. Sicché ho saltato la mia fermata e sono sceso a Neukölln, per poi tornare indietro. Ma a Berlino non è certo un problema: i treni passano ogni pochissimi minuti, e una deviazione come questa non comporta alcun sacrificio. Provateci a Roma…
In questi giorni sto provando un filtro antivento che mi ha spedito la Redhead Windscreens, chiedendomi di provarlo sul mio registratore audio. È rosso, molto carino. Sembra funzionare bene. Appena trovo il tempo faccio una recensione.
Natalino Russo, Berlino.