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Natalino Russo
Il respiro delle grotte
Piccole divagazioni sulla profondità
Ediciclo editore, Collana Piccola filosofia di viaggio, 2013
96 pp., € 8,50
ISBN: 978-88-6549-099-0
Premio Viaggiautore 2014
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Recensioni:
Hounlibrointesta.it, Davide Sapienza, 27 dicembre 2013
Montagne360, Linda Cottino, gennaio 2014
PleinAir, Michela Bagatella, febbraio 2014
National Geographic, marzo 2014
Il Piccolo, Pietro Spirito, 5 marzo 2014
Itinerari e luoghi, Marzia Rosani, aprile 2014
Speleologia, Max Goldoni, giugno 2014
Contenuti scaricabili: copertina | copertina completa | scheda sintetica | scheda con estratti
“Eccola, l’uscita; è ancora qui, a portata di mano. Poco fa, quando sono entrato, si chiamava ingresso. Era agevole, invitante. E adesso, come in un film di Buñuel, è una soglia che non riesco più a varcare. Dall’altra parte, nel buio, mi ammalia il canto del vuoto. Mi si apre davanti, si spalanca sotto i miei piedi, oltre l’orlo del pozzo. L’ignoto è a portata di mano. Ci scendo annusando l’aria, appeso alla mia corda, come un navigante che asseconda il vento mentre veleggia sull’orizzonte”.
Le grotte sono l’ultima frontiera dell’esplorazione. L’acqua scorre dentro le montagne, vi scava abissi, costruisce immensi reticoli tridimensionali, profondi e tenebrosi. Questi vuoti sono geografie lontane e invisibili. Lì, sottoterra, non arriva l’occhio dei satelliti, non funzionano né radio né telefoni. Per sapere cosa c’è oltre il buio, bisogna proprio andarci. Ed è un viaggio che soltanto gli speleologi intraprendono: illuminano per la prima volta luoghi mai visti, ne disegnano i confini sulle carte, gli danno i nomi. Di questo ci racconta, con sguardo ironico e curioso, Natalino Russo, tra i più attivi e poliedrici speleologi italiani. Attingendo alla sua ventennale esperienza, l’autore narra di grotte grandi e piccole, e degli uomini che le scoprono, le esplorano, le documentano, si battono per proteggerle. È un viaggio affascinante nelle tre dimensioni delle montagne e nelle correnti d’aria che le attraversano. In queste pagine scopriamo che anche le grotte respirano.
Che cosa cerchiamo esplorando le viscere della terra? La risposta è un viaggio verso gli ultimi luoghi davvero sconosciuti del pianeta.
— National Geographic
Natalino Russo scrive bene. Ti cattura. Ti conduce dove il suo sogno bambino lo ha spinto. Con una scrittura agile, anche ironica, spesso visionaria, sempre puntuale quando si tratta di produrre dati, ci tiene laggiù nei volumi segreti della Terra senza smettere di porsi indirettamente le domande fondamentali di chi è seeker, cercatore.
— Davide Sapienza, scrittore (hounlibrointesta.it)
L’autore ci conduce con poetica delicatezza in quei paesaggi ipogei che sono le grotte, fornendoci le chiavi per avvicinare un mondo di cui all’esterno poco o nulla si sa. Queste «piccole divagazioni sulla profondità», assolutamente da consigliare, vi faranno provare l’ebbrezza di quella che forse è l’ultima frontiera dell’esplorazione geografica sulla Terra.
— Linda Cottino, alpinista e giornalista (Montagne 360)
In tempi in cui ogni cosa scorre in superficie e tutto sembra improntato alla semplificazione e all’omologazione, questo libretto è un vero e proprio inno alla profondità.
— Pietro Spirito, Il Piccolo
«Il respiro delle grotte» può leggerlo e apprezzarlo anche, e forse soprattutto, chi non fa speleologia. Racconta del mondo speleologico, ma lo fa come rappresentazione dei nostri sentimenti, delle sensazioni ed emozioni che si provano nel viverlo. Ed è un punto di vista decisamente inusuale. Il libro mi ha regalato belle emozioni e spinto a mie riflessioni, che partono dal vuoto della grotta e arrivano inevitabilmente a vuoti più grandi, come quelli che a volte gravitano dentro e intorno a noi.
— Mario Parise, Ricercatore CNR
É un libro che consiglierei a tutti i corsisti, a chi si avvicina per la prima volta a una grotta, perché a volte ci si ritrova catapultati nel mondo della speleologia senza capire bene cosa si sta facendo e a cosa serva tutto questo.
— Andrea Scatolini, La Scintilena
Dovrebbe essere inserito tra i libri di testo dei corsi. Perché una bella storia può fare più speleo di un classico corso.
— Fulvio Salvi, Napoli Underground
Un libro che va degustato. Alla prima lettura se ne annusa l’odore, alla seconda se ne sente il sapore, alla terza si apprezza appieno il bouquet. È l’ideale per accompagnare latte di monte, capelli d’angelo e fette di prosciutto.
— Speleo Abruzzo
Prendendo a pretesto un’avventura speleologica, l’autore prova a parlare di esplorazione in chiave un po’ più ampia nel tentativo di incuriosire non solo esploratori e viaggiatori, ma anche gli altri frequentatori della montagna.
— Mountainblog.it
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